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Pnrr, grande opportunità per l’agroalimentare ma serve intervento su più fronti

Dichiarazione del segretario generale della Uila-Uil Stefano Mantegazza

“Il Piano nazionale di ripresa e resilienza per il settore agro-alimentare italiano è sicuramente positivo e rappresenta una straordinaria opportunità di sviluppo. Non solo per le ingenti risorse previste (4 miliardi di euro oltre a quelle legate alla nuova Pac), ma anche per le linee di intervento individuate sulle quali investire: innovazione tecnologica, adeguamento delle strutture irrigue e rafforzamento dei contratti di filiera. Raggiungere questi obiettivi potrà fare la differenza per il successo del “food” Made in Italy e per l’economia dell’intero paese”. Così il segretario generale della Uila-Uil Stefano Mantegazza interviene sul “Lavoro Italiano Agroalimentare”, giornale on-line della Uila, sul tema del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) di cui ha recentemente parlato, in un’intervista, il ministro per le politiche agricole Stefano Patuanelli.

“Ci sono però tre aspetti, che io definisco ‘colli di bottiglia’, che rischiano di condizionare la riuscita di questo progetto se non affrontati con tempismo e determinazione” prosegue Mantegazza “Innanzitutto, occorre ‘cambiare in corsa’ il sistema pubblico di regole e procedure esistenti, rendendolo più snello, efficace e maggiormente orientato verso l’innovazione e le attività di impresa; in secondo luogo è necessario un piano formativo ‘eccezionale’, rivolto sia agli occupati che a futuri nuovi addetti, che consenta all’agricoltore 5.0 che dovrà gestire innovazioni tecnologiche e processi innovativi, di poter disporre, in misura necessaria, di personale adeguatamente formato; infine, la sostenibilità sociale deve essere perseguita con la stessa determinazione rispetto a quelle ambientale ed economica. Non è solo una scelta etica: un cibo di qualità, al giusto prezzo, prodotto nel rispetto dell’ambiente ma da lavoratori sfruttati e pagati in nero, avrà vita breve tra i consumatori del mondo post-pandemia, sempre più esigenti e attenti alla qualità, all’ambiente ma anche al lavoro etico”.

 

 

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