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Toscana, parte ad Arezzo la Rete del lavoro agricolo di qualità. Tomba: “Ora dare gambe al progetto”

Di Eleonora Tomba

La costituzione della Sezione di Arezzo della Rete del Lavoro Agricolo di qualità, avvenuta lo scorso 12 febbraio, va nella direzione da noi fortemente voluta di radicare la Rete anche a livello territoriale, per mettere in campo azioni concrete contro lo sfruttamento e a sostegno di lavoratori e imprese.

Arezzo segue la strada già intrapresa da Grosseto, Siena e Livorno, dove le sezioni della Rete si sono insediate alla fine del 2019, anche se non hanno ancora iniziato a lavorare a pieno regime.

La Rete del Lavoro agricolo di qualità nasce dalla legge n. 199/2016 con l’obiettivo di contrastare il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura. Alla Rete, una sorta di albo nazionale, possono inscriversi le imprese agricole che non abbiano riportato condanne per violazione delle leggi e dei contratti di lavoro. A livello territoriale è prevista presso le sedi Inps la costituzione di sezioni che insieme alle istituzioni progettino delle strategie per facilitare l’incontro trasparente tra domanda e offerta di lavoro e per contrastare il lavoro nero.

È necessario, a questo punto, completare la costituzione delle Sezioni in tutte le province toscane, per dare gambe al progetto e iniziare, da un lato, a pianificare azioni mirate di contrasto allo sfruttamento della manodopera e, dall’altro, a valorizzare le imprese virtuose che rispettano le regole, affinché alla qualità dei prodotti tipici corrisponda anche la qualità del lavoro che li realizza.

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