Ieri sera, a pochi giorni di distanza dalla morte dei due vigili del fuoco morti in Basilicata, la notizia del decesso di un lavoratore forestale, Mario Rotiglio, deceduto nel corso delle operazioni di spegnimento di un incendio nel brindisino. Ancora un rogo dunque, domato nella serata di ieri, tra le 20 e le 21, che ha provocato l’ennesima morte sul lavoro. Al vaglio degli inquirenti i dettagli sulla dinamica che ha portato al decesso, al momento si sa che il lavoratore stava effettuando operazioni di bonifica, schiacciato da un tronco che stava tentando di salvare dalle fiamme, albero che, poi, lo ha travolto.
Ieri la Uila, unitamente alle altre organizzazioni sindacali, ha chiesto un incontro d’urgenza all’assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia e ai vertici di Arif.
Sulla vicenda interviene Gabriele De Gasperis, Segretario Uila Nazionale: “L’ennesimo incidente mortale, in questo caso di un operaio forestale, aumenta l’inaccettabile contabilità delle vittime sul lavoro e ci riporta alla necessità improrogabile di porre in essere tutte le azioni necessarie per raggiungere l’obiettivo di zero morti sul lavoro. Nel manifestare la nostra vicinanza alla famiglia ed ai colleghi, il dolore di questa ennesima morte ci porta a ribadire con ancora più forza le nostre richieste, a partire dal rinnovo del CCNL di settore, per un impegno sempre più serio nella formazione dei lavoratori e per una sempre più attenta organizzazione del lavoro. In un’Italia vessata dalla siccità e dagli incendi dobbiamo pretendere una reale politica di investimenti nella forestazione a partire dalla sicurezza e per una dotazione di personale adeguata. Il nostro collega è caduto sul lavoro quando mancavano pochi mesi alla sua pensione, ed in questo senso il tema del turn-over, così come del riconoscimento per i lavoratori forestali della disciplina dei lavori disagiati e gravosi, è sempre più centrale per impedire che quello che è accaduto si ripeta.”
Pietro Buongiorno, Segretario Generale Uila Puglia aggiunge: “Una tragica estate, l’ennesima, questa che stiamo vivendo. Non possiamo vivere di deja vù, come avviene, purtroppo, anche per il fenomeno del caporalato che torna alla ribalta solo attraverso fatti di cronaca che ne sottolineano la drammaticità. Un paese civile trova la cifra della sua civiltà nella garanzia dei diritti: il diritto al lavoro, il diritto alla salute, il diritto alla vita. Sono tre diritti che si legano a doppio filo, rispettiamo la dignità del lavoro, ma anche l’inalienabilità del diritto a vivere una vita serena. Zero morti sul lavoro: lo ribadiamo con forza e con rabbia, bisogna profondere il massimo sforzo nel contrastare il fenomeno delle morti bianche. Lo ripeto: nel 2024 si può morire sul lavoro. Non si può e non si deve”.
Luigi Vizzino, Segretario Generale Uila Brindisi conclude: “Affranti e costernati per la vita persa sul lavoro da un nostro iscritto, un lavoratore qualificato, dipendente affidabile, oltre che un padre che lascia i suoi cari mentre svolge il suo lavoro. Prevenzione, formazione e politiche di contrasto alla elusione delle misure sulla sicurezza devono rappresentare la risposta minima all’ennesima vittima sul lavoro. Alla famiglia esprimiamo la nostra rispettosa vicinanza”.