Dichiarazione del segretario nazionale Uila Gabriele De Gasperis e del segretario regionale Uila Calabria Pasquale Barbalaco
“Avvio di un turnover che ringiovanisca e rafforzi le piante organiche, rinnovo dei contratti regionali e riqualificazione del personale sono le sfide aperte per il settore della forestazione che uniscono le tante vertenze aperte nel nostro paese. Su questi temi, sul ruolo della forestazione e sulle prospettive del settore nella regione Calabria abbiamo discusso e riflettuto stamattina, con la consapevolezza che le tematiche proprie della Calabria in molti casi si intersecano con quelle delle altre regioni”.
Lo hanno dichiarato Gabriele De Gasperis, segretario nazionale Uila e Pasquale Barbalaco, segretario regionale Uila Calabria in occasione di un’iniziativa organizzata dalla Uila Calabria per fare il punto sulla forestazione, anche in prospettiva del prossimo rinnovo del contratto nazionale, alla presenza del gruppo dirigente della Federazione, dei lavoratori del settore e della segretaria regionale Uil Maria Elena Senese.
“E’ arrivato il momento che la politica risponda a una domanda precisa sulla volontà di investire le risorse utili al corretto ed efficiente funzionamento del comparto. Senza un deciso cambio di passo, infatti, ci troveremo impreparati rispetto alle grandi sfide del futuro: dagli effetti dei cambiamenti climatici al contrasto agli incendi, dal progressivo spopolamento delle nostre aree interne alla manutenzione del territorio.” aggiungono i segretari. “A livello nazionale, il primo banco di prova della reale volontà della politica di farsi positivamente carico di questi temi sarà l’avvio della trattativa per il rinnovo del CCNL, in scadenza a dicembre 2024. A livello regionale, invece, auspichiamo che, nel prossimo incontro previsto per il 4 giugno, dopo più di 10 anni di vacanza contrattuale, vengano fatti importanti passi in avanti per il rinnovo del contratto regionale. In poche parole” concludono De Gasperis e Barbalaco “il tempo è sempre meno e dobbiamo agire con urgenza per evitare che l’Italia rimanga uno “sfasciume pendulo sul mare”, come già più di cent’anni fa lo definì Giustino Fortunato”.