I segretari generali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil hanno inviato nei giorni scorsi una lettera al ministro Patuanelli per chiedere di mantenere l’impegno di far entrare in vigore la clausola sociale per la Pac nel 2023. “La condizionalità sociale – sottolineano Onofrio Rota, Giovanni Mininni e Stefano Mantegazza – rappresenta uno degli aspetti più innovativi e qualificanti della riforma della Politica agricola comune post 2023, che si dota finalmente di una propria ‘dimensione sociale’ che potrà contribuire in futuro a garantire la qualificazione in chiave etica delle modalità di erogazione delle risorse pubbliche di sostegno della Pac alle aziende agricole”.
La riunione del 29 ottobre scorso tra il Ministro Patuanelli, Fai, Flai e Uila, era stata chiara in proposito. “Avevamo convenuto che la condizionalità sociale sarebbe stata applicata dal nostro Paese a partire dal 1° gennaio 2023 – ricordano i sindacati nella lettera – Insieme abbiamo condiviso l’opportunità che l’Italia fosse da esempio ad altri Paesi così come, grazie al ruolo da Lei esercitato, lo è stata nel rush finale del negoziato. Insieme abbiamo convenuto che le Commissioni previste dalla normativa comunitaria fossero costituite a partire dal mese di gennaio, per chiudere i loro lavori entro il primo semestre del 2022”.
Fai, Flai e Uila vogliono fatti. Chiedono “l’immediata attivazione di un gruppo di lavoro composto delle OOSS maggiormente rappresentative per la definizione delle procedure e delle modalità di applicazione della condizionalità sociale con particolare riguardo al campo di applicazione, alle modalità di calcolo e all’entità delle conseguenzeamministrative previste, alle modalità di interazione e coordinamento tra gli organismi preposti al controllo dell’applicazione degli obblighi della condizionalità sociale e gli organismi pagatori nazionali e regionali. L’attivazione del suddetto gruppo di lavoro è peraltro coerente con quanto disposto dall’art. 14 del Regolamento (UE) 2115/2021, che prevede che in merito alla condizionalità sociale gli Stati membri consultino ‘le pertinenti parti sociali nazionali’ per la definizione di quanto previsto nei propri piani strategici della Pac”.
Ad oggi nessuna risposta dal Ministero, ad una settimana dall’invio della lettera. “Ci auguriamo – concludono Rota, Mininni e Mantegazza – che questo ritardo nella risposta venga recuperato attraverso una immediata convocazione da parte del Ministro”.