Quali parole scegliere per questo primo maggio in assenza di comizi, privo di abbracci e, di sguardi che incrociano anche fugacemente altri occhi?
Quali proposte formulare per riaffermare quanto il lavoro sia l’espressione più nobile dell’integrazione sociale dell’individuo?
Quali ricordi riportare alla mente per celebrare la nostra storia fatta dì battaglie e conquiste, di ferite e rinnovate speranze?
Quali immagini richiamare per condividere la forza, la passione e la preoccupazione che attraversano tutti noi in queste giornate scandite da un forzato quanto necessario distanziamento sociale?
Quali sentimenti condividere per superare questo periodo in cui si susseguono immagini di dolore, di sacrificio, di resistenza e di voglia di ripartire?
Quali parole per rideterminare un’unione di intenti, di obiettivi comuni da realizzare, che ci consentano di trasformare questa violenta emergenza in una nuova consapevolezza?
Vogliamo scegliere le parole di sempre, quelle radicate nel nostro essere Sindacato, unione di donne e di uomini impegnati costantemente a diffondere i valori della solidarietà, dell’inclusione, delle pari opportunità!
Un’unione di donne e di uomini capaci di mobilitarsi contro ogni ingiustizia e discriminazione, contro lo sfruttamento del lavoro e la mortificazione dei diritti!
Una comunità con radici profonde che ogni giorno rende viva l’eredità culturale riformista e operaia che ci appartiene e che lotta per scrivere nuove pagine della nostra Storia!
Nella strana guerra che ci impegna contro il virus, le nostre lavoratrici, i nostri lavoratori non hanno mai smesso di lavorare con responsabilità e spirito di servizio: chi nei campi, nelle fabbriche, in mare, sul territorio, nelle ns leghe, da casa o in ufficio per difendere il paese e permettere la ripresa.
In questi mesi il coraggio delle nostre idee è diventato l’audacia delle proposte avanzate al Governo che l’impegno di tutti noi ha permesso di trasformarsi in norme e provvedimenti di legge!
In noi vive l’ottimismo della volontà!
Credere, credere sempre e lottare fino all’ultimo minuto per far vincere le nostre ragioni tanto sui tavoli negoziali aperti per rinnovare i contratti quanto con le istituzioni perché siano garantite adeguate misure di sostegno ai lavoratori precari, ai redditi più bassi, per favorire una giusta ripartenza che non lasci indietro nessuno!
Una ripartenza che non lasci indietro le donne, che senza scuola né genitori su cui poter contare, rischiano di pagare ancora una volta il prezzo più alto di questo difficile momento davanti all’antico conflitto: lavoro e accudimento familiare!
La normalità che vogliamo, tutti assieme, ricostruire dovrà essere differente da quella spazzata via dal Covid-19. L’impegno di questi giorni terribili merita un paese capace di riconoscere la centralità degli investimenti nei beni comuni dalla sanità alla scuola, dalla ricerca alla messa in sicurezza del territorio…. Non dovremo ricominciare come se nulla fosse stato, il sacrificio dei tanti deve portarci a ricucire lo strappo consumato tra individuo e istituzioni, sanare le sue ferite profonde generate dall’aumento delle disuguaglianze e riscoprire il valore del bene comune.
Abbiamo la possibilità di trasformare questo tsunami globale in un‘opportunità inedita di immaginare un progresso per tutta l’umanità, di gettare le basi per un futuro in cui l’essere umano sia al centro dello sviluppo economico e sociale.
Questo primo maggio appartiene, quindi, a noi e a tutti coloro che stanno usando la propria vita, il proprio lavoro, la propria fatica per garantire la vita ad un intero paese!
In attesa che finalmente un giorno possa avverarsi l’auspicio di Bertold Brecht ”Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi” noi siamo qui, anche questo primo maggio, per rivendicare il sogno di un paese più giusto e migliore.